15.12.08

Un'intervista con Christian De Sica

Ogni giorno che mi sveglio, mi guardo intorno ringraziando Dio per la fortuna che ho avuto in questi anni: il mio lavoro è la mia vita. Recitare è tutto. Ho cominciato a 18 anni con Roberto Rossellini e poi ho continuato facendo lo showman, il teatro, la televisione e i film di Natale. Credo di essere un saltimbanco che deve fare tutto, come gli attori di una volta che sapevano cantare, ballare e recitare. Quando non mi riuscirò più a tenere in piedi, spero di poter insegnare questo mestiere ai giovani. E' giusto che le cose vadano così e possa restituire quello che ho avuto: sono un uomo fortunato, perché vengo pagato per giocare.

Quanto conta la passione, oggi?

E' tutto, ma in qualsiasi lavoro: gli attori si stancano come le persone che fanno altro. Io, invece, penso che sia importante potere sempre riuscire a meravigliarsi. Quando sei disincantato, da un lato ti avvicini alla morte e dall'altro ti allontani dalla realtà. Il segreto per andare avanti è essere sempre entusiasti. Bisogna vivere nel presente e non nel passato: la memoria, nel nostro caso, non aiuta. L'esperienza è la cosa peggiore nel nostro mestiere.

Una considerazione maturata negli anni?

Veramente per la prima volta me lo ha comunicato Ingrid Bergman quando ero fidanzato con sua figlia; un giorno mi ha detto: "Per essere giovani non bisogna avere memoria e bisogna vivere il presente". E' necessario girare, guardarsi intorno, capire cosa c'è nell'aria. Una volta Visconti disse a mio padre: "Vittorio, siamo troppo chiusi nei nostri salotti, non potremmo fare più i film che abbiamo fatto".

Qual'è la differenza tra il cinema di suo padre e quello di oggi?

'Umberto D.' inizia con lo sciopero dei pensionati, segno che alcune cose non cambiano, anzi, peggiorano. L'Italia di allora era più provinciale ma anche molto ottimista. Oggi quell'ottimismo di ieri non c'è più. Una volta l'Italia era un paese aristocratico, mentre oggi è una nazione cafona. Il cinema di mio padre era fondato sulla bontà e sulla pietas: la cosa più difficile che ci sia.

Al cinema, oltre alle commedie di Natale pensa di affrontare progetti diversi?

Prossimamente interpreterò dei film drammatici: speriamo che me li lascino fare. I cinepanettoni hanno decretato il mio successo e la notorietà. Adesso il problema è trovare il tempo per fare anche altro. Ho ricevuto delle offerte concrete da Domenico Procacci e da Pupi Avati che intendo accettare.
Intervista di Marco Spagnoli

'Christian De Sica - Sono un saltimbanco in quest'Italia cafona che rimpiange papà'.

dnews, 15.12.2008

[http://www.dnews.eu]
[Nella foto, Christian De Sica]